Storia Banca Centro Lazio
Nella nostra storia c’è scritta anche la tua
Quella delle Banche di Credito Cooperativo è una storia lunga più di un secolo: dalla Rivoluzione Industriale di fine ‘800 agli stravolgimenti politici e sociali del ventesimo secolo, fino alle nuove sfide del millennio appena iniziato. Scopri la storia di Banca Centro Lazio.
La nascita
Il 10 gennaio 1909, a rogito Notaio Angelo Boccali di Genazzano, nella sede del Circolo Giovanile Cattolico, venne fondata la Cassa Rurale Cooperativa Cattolica di Prestiti e Risparmio Società Cooperativa in nome collettivo con sede in Palestrina.
Tra i 28 soci fondatori, appartenenti prevalentemente alla categoria degli agricoltori, in atto indicati come possidenti, figuravano due sacerdoti ed alcuni artigiani. La Cassa, al pari della maggior parte delle cooperative fondate tra la fine dell’’800 ed i primi del ‘900, nacque ad iniziativa del movimento cattolico che in Italia iniziò a sviluppare varie iniziative in campo sociale, amministrativo e politico. La Cassa sviluppò rapidamente la sua attività in tutta la zona, non solo in campo creditizio, ma come importante punto di riferimento per la vendita di prodotti per l’agricoltura (questa attività diverrà altamente meritoria nei periodi immediatamente successivi alla guerra).
Numerose furono le iniziative avviate nell’ambito dei territori della Diocesi per la creazione di nuove Casse Rurali che, però, non ebbero la buona sorte di quella prenestina. Nel 1913 la Cassa divenne corrispondente e rappresentante del Credito Centrale del Lazio per il quale eseguì importanti operazioni, oltre a svolgere funzioni ispettive e di consulenza nei confronti di casse rurali laziali. Molto importanti furono i rapporti avviati con i Comuni dell’area prenestina– attraverso prestiti che in alcuni momenti crearono non pochi problemi alla pur solida Cassa Rurale – come pure determinanti furono gli interventi della Cassa nella promozione di importanti associazione ed enti, quali la Società Operaia di Mutuo Soccorso, il Circolo Cattolico, la Sezione Merci gestita dalla Società Cattolica, la Cantina Sociale eil sostegno di un periodico, Il Foglietto, con il sottotitolo Corriere dei Colli Prenestini. Numerosi gli interventi di sostegno ad iniziative locali.
La banca di credito cooperativo
All’inizio degli anni ’80 inizia la graduale espansione della Cassa nell’area prenestina fino ad arrivare all’odierna articolazione. In questo periodo la Cassa cambierà da Cooperativa a Responsabilità Illimitata a quella Limitata, cambiando la propria ragione sociale da Cassa Rurale ed Artigiana a Banca di Credito Cooperativo di Palestrina Società Cooperativa a Responsabilità Limitata. Nel corso del 2003, con provvedimento del Ministro dell’Economia, vengono trasferite alla banca le attività e le passività della Banca di Credito Cooperativo di Tivoli e Valle dell’Aniene.
Nel corso del 2005 viene adottato il nuovo Statuto Sociale che recepisce la nuova normativa in materia di diritto societario.
Il centenario
Nel 2009 è stato raggiunto il traguardo del 100° anno di attività. Per celebrarlo il 3 luglio 2009 si è tenuto il concerto del Coro e dell’Orchestra di Santa Cecilia, diretti dal Maestro Ennio Morricone, nella splendida cornice del tempio della Fortuna Primigenia, nel terrazzo della Cortina a Palestrina.
Il 5 agosto dello stesso anno è stata un’altra giornata di grande significato per la Banca: una delegazione è stata ricevuta dal Santo Padre Benedetto XVI, nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo.
Espansione sul territorio
Nel 2010 la Banca apre la sede distaccata di Velletri, estendendo la propria competenza territoriale nella zona dei Castelli Romani.
Dal 1° gennaio 2012 ha avuto effetti giuridici la fusione con la Banca di Credito Cooperativo Santa Felicita Martire di Affile, deliberata dall’Assemblea Straordinaria dei Soci del 27 novembre 2011. Il 2012 è stato pertanto un anno importante nella storia della Banca, caratterizzato da un intenso lavoro, che ha visto l’intera struttura impegnata affinché la nuova realtà potesse amalgamarsi velocemente e lavorare efficacemente fin da subito.
La Banca, il 7 agosto 2013, acquista l’immobile già adibito a Convento dei Padri Trinitari a Palestrina, meglio conosciuto come Collegio di San Crisogono, retrostante la Chiesa di Santa Lucia da destinare a sede della Banca.
Il 2014 vede l’apertura della filiale di Ciampino, un elemento importante nel quadro del presidio territoriale dell’Istituto in quanto rappresenta la logica cerniera fra i Castelli Romani e Roma.
Nel 2015, in occasione dell’Expo a Milano, Umberto Eco presenta, presso la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, la ristampa anastatica dell’incunabolo del “De Oratore” di Cicerone, primo libro stampato in Italia nel 1465 nei Monasteri Benedettini di Subiaco. La Banca, che proprio a Subiaco è presente con una delle sue filali, ha finanziato questa prestigiosa iniziativa. La grande risonanza mediatica, di livello nazionale ed internazionale, ha reso omaggio ad una pagina di storia importante come la celebrazione della nascita della stampa e dell’editoria, che si colloca all’interno di un programma di attività che valorizzano i Monasteri di Subiaco, patrimonio UNESCO e orgoglio della Banca impegnata attivamente nelle iniziative culturali da essi promosse.
La Banca Centro Lazio
Il 2016 è l’anno della Riforma del Credito Cooperativo che stabilisce che ogni BCC dovrà aderire al Gruppo Bancario Cooperativo (GBC), che ha il compito di sottoporre alla Banca d’Italia il progetto di costituzione entro 18 mesi dall’entrata in vigore delle Disposizioni attuative emanate dal MEF e dalla stessa Banca d’Italia.
Il 2016 segna un passaggio epocale: è un anno caratterizzato da novità rilevanti, tra cui la fusione con la BCC di Fiuggi – con relativa modifica della ragione sociale – e le complesse attività di studio ed analisi che hanno portato a sottoporre all’Assemblea dei Soci a proposta di adesione ad uno dei due Gruppi Bancari Cooperativi.
Dal 1° gennaio 2017 ha avuto effetti giuridici la fusione con la Banca di Credito Cooperativo di Fiuggi, deliberata dall’Assemblea Straordinaria dei Soci del 20 novembre 2016. Da allora la Banca ha assunto la denominazione di Banca Centro Lazio Credito Cooperativo. Una variazione importante per una banca che, dopo oltre 100 anni di storia, ha scelto di modificare la propria denominazione sociale, ormai divenuta il suo marchio distintivo, al fine essere più facilmente individuabile in una realtà territoriale che, pur mantenendosi locale, si è estesa anche ad un’altra provincia, quella di Frosinone, a spiccata vocazione industriale e commerciale.
Oggi Banca Centro Lazio sta affrontando un importante percorso di evoluzione attraverso l’adozione di modelli nuovi e coerenti con la sua mission che le permetteranno di essere sempre più competitiva sul mercato, pur restando legata ai propri territori.
Comunità e territorio
La Banca ha la sua zona di competenza a sud-est di Roma. Le recenti acquisizioni hanno esteso l’influenza della Banca nell’area tiburtina e in quella dei Castelli Romani e nella provincia di Frosinone.
Importanti sono i rapporti che legano la Banca ai territori in cui si è insediata; di particolare significato le relazioni avviate con le Pubbliche Amministrazioni che si esplicano anche con la gestione dei Servizi di Tesoreria, con le associazioni di categoria, con i consorzi e le cooperative, con le Onlus e con le piccole imprese e con le aziende agricole ed artigiane. Il territorio dal punto di vista economico si caratterizza con una forte presenza di piccole aziende, con una prevalenza nei settori dei servizi, dell’edilizia, del commercio, della ristorazione, dei trasporti, dell’agroalimentare e dell’industria estrattiva.
L'impegno sociale e culturale
Di rilievo gli interventi realizzati in ambito locale in favore di Enti per opere di ampio respiro in favore di ospedali, nel restauro di reperti archeologici, scuole,ecc. Dal punto di vista culturale ed ambientale i territori, ad alta presenza turistica, si distinguono per le particolari risorse archeologiche, per l’importanza di iniziative di carattere culturale. Presenti nei vari territori e per un ambiente naturale, in alcuni casi, ancora non contaminato. La presenza del Museo Nazionale Archeologico, del Museo Diocesano di Arte Sacra, del Tempio della Fortuna Primigenia a Palestrina, della Villa di Adriano, di Villa d’Este e di Villa Gregoriana a Tivoli, del Polo Museale di arte contemporanea presso il Castello Colonna di Genazzano, il Museo del Giocattolo presso Palazzo Rospigliosi a Zagarolo, delle Ville Tuscolane, dell’area archeologica di Tusculum, dei Monasteri di Santa Scolastica e Sacro Speco di Subiaco, delle Terme di Fiuggi e del borgo medievale di Alatri testimoniano la ricchezza di un patrimonio culturale di notevole interesse presente nell’area prenestina, tiburtina, dei Castelli Romani, in quella sublacense e del frusinate. Al prestigioso patrimonio artistico si affianca un altrettanto notevole e peculiare patrimonio naturalistico e paesaggistico.